Secondo gli ultimi studi, i gruppi Whatsapp sarebbero un rimedio alla solitudine.
Molte persone con una vita sociale ridotta, troverebbero nella piattaforma un rimedio a depressione e solitudine grazie all’incontro, anche se virtuale con le persone e alla possibilità di organizzare incontri reali.
«C’è molto dibattito sul tempo passato sui social media e sugli effetti per il benessere, ma noi abbiamo trovato che potrebbe essere meno dannoso di quanto si pensi», spiega Linda Kaye, una delle autrici della ricerca.
Cercando sul web troviamo però pareri opposti, persone che vedono nei gruppi una fonte di stress e una sorta di ossessione che non gli permette di vivere in modo sano e disconnesso.
I gruppi chiamano continuamente all’interazione e diventano spesso causa di problemi tra le persone, luogo di litigi e di di fraintendimenti.
L’abbandono del gruppo viene visto come una sorta di tabù.
Mentre dai gruppi si può venire cacciati, lasciarlo di propria volontà diventa uno torto incolmabile, ed ecco che i gruppi si trasformano in veri e propri microcosmi con regole precise e criteri di sopravvivenza.
Secondo la ricerca però, «più le amicizie sono interconnesse e più le persone si sentono vicine ai propri gruppi, maggiore è la percezione positiva della propria autostima e delle competenze sociali».
Whatsapp sarebbe quindi un modo di rimanere ancorati alla socialità per le persone più emarginate che riescono, tramite la piattaforma a contattare piccoli gruppi di amici, più o meno vicini e a creare un gruppo sociale dove interagire.
Questo tipo di contatto permette inoltre di facilitare incontri dal vivo, cene e quant’altro.
Un antidoto alla solitudine quindi, che può diventare un vero e proprio incubo per le persone più impegnate e meno avvezze a una costante presenza online.
La ricerca è destinata a far molto discutere, la presenta di milioni di gruppi però, sta lì a dimostrare come questo sistema diventi necessario per alcuni individui.
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