Il mondo si fa sempre più automatizzato e connesso e, di pari passo crescono a dismisura i cyberattacchi

Ecco che solo nel 2018 si è registrato un aumento del 31% con 730 attacchi gravi solo nell’ultimo mese.

“Il 2018 si appresta a battere il triste primato dello scorso anno definito l’anno del salto quantico della cyber-insicurezza. Il primo semestre è stato il peggiore di sempre”, spiegano gli esperti intervistati sulle pagine di Ansa.

Il cybercrimine, si apprende è stato la causa dell’80% degli attacchi informatici mondiali, vedendo quindi un calo di attivismo e altri scopi.

Vengono colpiti sempre più spesso sistemi nel settore Automotive, Research-Education e hospitability, quindi hotel, ristoranti, residence e tutte quelle struttura di accoglienza al cliente che contengono spesso preziosi dati informatici.

Non mancano i siti cloud, vere e proprie miniere di informazioni, password e mail per gli hacker.

I nuovi attacchi sono ben organizzati e puntano a massimizzare i guadagni usando strategie simili a quelle della criminalità autorizzata.

“E sconcertante che la somma delle tecniche di attacco più banali, come il phishing e il malware semplice, rappresenti oggi ancora il 61% del totale – si legge – Significa che gli aggressori riescono a realizzare attacchi di successo contro vittime teoricamente strutturate con relativa semplicità e a costi molto bassi, oltretutto decrescenti. E questa è una delle considerazioni più preoccupanti tra quelle che emergono dalla nostra ricerca”.

Tra Ransomeware e Cryptominers, gli ultimi ancora più silenziosi e poco invasivi anche per l’utente attaccato, il guadagno che si fa con il cybercrimine potrebbe far sempre più gola, non solo ai gruppi di hacker. Si immagina infatti che nel futuro, l’hacking possa diventare terreno di guadagno per le grandi organizzazioni criminali.

Naturalmente questa situazione genera dei costi enormi a chi viene attaccato. Tra spese di ripristino, indagini, recupero dati, risarcimento e così via..

 

“L’Italia nel 2016 avrebbe subito danni derivanti da sole attività cybercriminali per quasi 10 miliardi di euro, pari quindi ad una frazione consistente della finanziaria di quell’anno e a dieci volte tanto il valore attuale degli investimenti italiani in ICT Security”, concludono gli esperti.

Una situazione piuttosto inquietante all’alba dell’internet delle cose.