La nostra privacy è ormai inesistente a causa dei servizi che sfruttiamo sui nostri smartphone e della mancata lettura e, in qualche modo forzata approvazione, clausole svariate che ci portano sostanzialmente a vendere le nostre informazioni in cambio di servizi di mail, mappe e così via.
Ecco però che un cittadino di San Diego non ha digerito bene la cosa e ha fatto causa a Google cercando di dar vita a una class action contro la compagnia, portando avanti la tesi di come Google traccerebbe i nostri movimenti anche quando disattiviamo la localizzazione.
L’azione legale, arriva proprio una settimana dopo che la Associated Press ha evidenziato come molti servizi di Google, su iPhone e dispositivi Android, memorizzino i dati relativi relativi alla nostra posizione anche quando questa è disattivata per volontà dell’utente.
Una patata bollente che potrebbe dare un ulteriore scossone al mondo tech e all’argomento privacy, in questi mesi nell’occhio del ciclone.
“Google ha espressamente indicato agli utenti del suo sistema operativo e delle sue app che l’attivazione di determinate impostazioni impedisce il monitoraggio della geolocalizzazione degli utenti. Quell’indicazione era falsa”, Scrivono gli avvocati dell’uomo, Napoleon Patacsil, convinto di come Google stia violando deliberatamente le leggi sulla privacy.
Addirittura si nota una strana mossa da parte di Google che, dopo l’inchiesta della Associated Press ha modificato la sua pagina relativa alla localizzazione inserendo questa postilla: “Alcuni dati di localizzazione possono essere salvati in quanto parte dell’attività dell’utente su altri servizi, come Google Search e Mappe”.
Una situazione che non finirà qua e che dimostra ancora una volta come il comportamento dei colossi del web sia molto meno trasparente di quello che pensavamo. Tra gli scandali che hanno coinvolto Facebook, Google e chi sa quali altri nomi che salteranno fuori, emerge chiaramente come negli ultimi 10 anni, il mondo intero abbia acconsentito senza rendersene conto a ospitare nelle proprie tasche un vero e proprio grande fratello aziendale.
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